La plastica è la metafora del fatto che non tutto è oro ciò che luccica. L’invenzione del materiale plastico ha significato una rivoluzione completa nell’industria e nella produzione. Ma ciò che apparentemente sembrava un miracolo, ha finito per diventare uno degli incubi con cui devono combattere le generazioni moderne. Sì, perché gli enormi e giganteschi vantaggi della plastica ossia la enorme resistenza e resilienza agli agenti atmosferici esterni, il suo ridottissimo costo e dunque la possibilità del suo impiego su vasta scala permettendo di ammortizzare i costi di tutta la filiera, ha generato un mostro enorme: l’inquinamento da plastica. Una delle sfide più ardue e difficili, che sta vedendo sostanzialmente competere e agire tutti gli stati del mondo ed ancora non ha trovato una soluzione.
Alcune piccole soluzioni, negli anni sono state trovate, pensiamo alla raccolta differenziata e a tutti gli altri strumenti di riuso, riciclo,vuoto a rendere.
Ma si è ben lontani dall’aver trovare una soluzione al problema. Si pensi che la stragrande maggioranza di cibi e bevande sono confezionate in oggetti in plastica: sacchetti, box, contenitore, bevande, involucri monouso. Essi costituiscono il 50% dei rifiuti plastici abbandonati e non smaltiti.
I numeri sono terrificanti: il consumo per i vegetali ammontano a 250 milioni di confezioni da 3 teste d’aglio, 20 milioni di sacchi per patate. L’ammontare è di oltre 11mila tonnellate di plastica.
Si è lontani, dunque, dalla soluzione. Ma tantissime aziende virtuose stanno facendo del loro meglio per dare il loro contributo. Una di queste è Linificio e Canapificio Nazionale e Kuku International Packaging, la cui collaborazione ha dato vita al progetto Lincredible.
Lincredible: il lino al posto della plastica
Lincredible è un progetto tutto italiano, frutto di anni di ricerca e sviluppo. Si promette di sostituire le canoniche reti di plastica utilizzate per contenere le verdure di cui sopra come patate, aglio, cipolle e via dicendo con l’uso del lino. La mission è quella di creare imballaggi perfettamente sostenibili dal potenziale rivoluzionario per frutta e verdura. Ovviamente si tratta di un campo piccolo, se paragonato all’industria alimentare nel suo complesso, ma passi come questo hanno un significato prima simbolico e poi di esempio, per tutte le aziende che volessero perseguire lo stesso obiettivo.
Pierluigi Fusco Girard, Amministratore Delegato del Linificio e Canapificio Nazionale ha dichiarato: “Il lino è l’unica fibra tessile europea e viene infatti coltivata nel nord della Francia, in Belgio e oggi, grazie anche al Linificifio, anche in Italia. In fase di coltivazione il lino, quando cresce la pianta, assorbe l’anidride carbonica e rilascia ossigeno. Non ha bisogno di ulteriore acqua, basta l’acqua piovana, e allo stesso tempo è esempio perfetto di economia circolare in quanto tutti gli scarti della fibra vengono poi riutilizzati. Non ha problemi legati al rilascio di microplastiche nell’ambiente, sia terrestre che marino. Nel fine ciclo vita il lino è inoltre biodegradabile e biocompostabile”
Un passo in direzione della diminuzione dell’inquinamento da microplastiche, come già Francia e Germania stanno adottando grazie anche al contributo italiano. Lincredible vuole trovare posto anche in Italia e contribuire alla lotta contro l’inquinamento grazie alla sostenibilità che garantisce la sua gamma di prodotti.