Quando parliamo di packaging siamo soliti mettere da parte il detto “non giudicare un libro dalla copertina”, consapevoli dell’importanza che la copertina assume nelle abitudini d’acquisto dei clienti che si trovano a fare una scelta: questo vale ancora di più per il mercato del vino, nel quale l’etichetta e la bottiglia stessa assumono un’importanza cruciale nella sfida tra le diverse case.
Già la bottiglia in sé è a tutti gli effetti un packaging del proprio prodotto (il vino), e sempre più spesso è possibile trovare bottiglie di diverse forme e dimensioni, utili a catturare lo sguardo dei consumatori. La sfida più serrata, però, si concentra sulle etichette: pochi centimetri quadrati nei quali concentrare elementi grafici, informazioni allettanti e quelle obbligatorie.
Le indicazioni che obbligatoriamente devono trovarsi sull’etichetta sono il nome e la categoria di prodotto o la Denominazione (DOCG – DOC – IGT), la provenienza, la gradazione alcolica, il lotto, gli allergeni (la dicitura Contiene Solfiti” se supera i 10 mg/litro di anidride solforosa) ed il volume nominale.
Per quanto riguarda i vini spumanti, invece, è obbligatorio inserire i termini che indicano il tenore zuccherino (brut, dolce, etc..).
Quando invece i vini sono destinati all’estero, è necessario conoscere le norme specifiche dei paesi in cui si decide di vendere, per adeguare l’etichetta in base alle indicazioni specifiche commerciali.
I vini classici, più famosi e conosciuti dagli intenditori, tendono ad avere loghi semplici su fondo bianco o crema, con inserti o parti in oro: queste case spostano la competizione maggiormente sulla qualità, riuscendo ad essere apprezzati dai degustatori e ad essere pagati più della media senza dover strafare con la grafica.
Quando invece i vini rientrano nella media, a parità di prezzo tra vini più o meno conosciuti, in molti fanno scegliere l’occhio: soprattutto i consumatori meno esperti, infatti scelgono in base alle etichette e alle poche informazioni riportate. E capita frequentemente che il design vada ad incidere anche sul gusto, influenzando la valutazione che l’assaggiatore va ad esprimere di quel dato vino. Basti pensare che, in alcuni esperimenti, lo stesso vino versato da due bottiglie differenti può far cambiare l’opinione di chi lo prova.
Se fino a qualche anno fa la zona di produzione e la denominazione del vino erano i principali criteri di scelta, oggi, con l’allargamento del mercato ed una qualità piuttosto omogenea dei vini medi, i consumatori si affidano maggiormente all’etichetta e alla riconoscibilità del brand.
Per questo motivo, come il marketing ci insegna, anche nel mondo del packaging del vino è necessario fare attenzione ad ogni particolare del nostro prodotto e, quindi, ricordarsi di non lasciare nessun dettaglio al caso, dal font alle immagini, dalle informazioni alle dimensioni/forme dell’etichetta.